mercoledì 2 novembre 2011

Contro i capelli lunghi, di Pier Paolo Pasolini


Oggi corre l'anniversario numero 36 dalla morte di Pier Paolo Pasolini. Voglio ricordarlo con il celebre "Discorso sui capelli" o anche "Contro i capelli lunghi", apparso sul Corriere della Sera nell'edizione del 7 Gennaio 1973. Purtroppo, pagine come non se ne leggono più.

La prima volta che ho visto i capelloni, è stato a Praga. Nella hall dell'albergo dove alloggiavo sono entrati due giovani stranieri, con i capelli lunghi fino alle spalle. Sono passati attraverso la hall, hanno raggiunto un angolo un po' appartato e si sono seduti a un tavolo. Sono rimasti lì seduti per una mezzoretta, osservati dai clienti, tra cui io; poi se ne sono andati. Sia passando attraverso la gente ammassata nella hall, sia stando seduti nel loro angolo appartato, i due non hanno detto parola (forse - benché non lo ricordi - si sono bisbigliati qualcosa tra loro: ma, suppongo, qualcosa di strettamente pratico, inespressivo).
Essi, infatti, in quella particolare situazione - che era del tutto pubblica, o sociale, e, starei per dire, ufficiale - non avevano affatto bisogno di parlare. Il loro silenzio era rigorosamente funzionale. E lo era semplicemente, perché la parola era superflua. I due, infatti, usavano per comunicare con gli astanti, con gli osservatori - coi loro fratelli di quel momento - un altro linguaggio che quello formato da parole.
Ciò che sostituiva il tradizionale linguaggio verbale, rendendolo superfluo - e trovando del resto immediata collocazione nell'ampio dominio dei «segni», nell'ambito cioè della semiologia - era il linguaggio dei loro capelli.
* * *

domenica 16 ottobre 2011

Indignati vs.indignati


La foto qui a lato sta a sottolineare che la violenza, soprattutto verso gente che fa solo il proprio lavoro, va sempre condannata. E bisognerebbe darle il giusto spazio (poco), per evitare che si parli solo dei cappucci e non delle idee. Lo fanno già tutti, a parole, dicendo che i violenti sono pochi e che bisogna isolarli e non dargli eccessivo spazio. Eppure gli stessi, non fanno altro che lanciare strali contro i black-bloc e indignarsi per le loro violenze, non capendo così di dargli la massima esposizione mediatica possibile.  
Pensate, ieri alla manifestazione di Roma c'erano tutti, ma proprio tutti: quelli del "no alla tessera del tifoso" (un bel week-end lungo e rissoso in vista del derby di stasera?), gli ultras del Cosenza (ad ognuno il suo momento di gloria..) e quelli che hanno imbrattato le camionette della Polizia con la scritta ACAB (All cops are bastard...). Contributi certamente imprescindibili alla manifestazione, infatti senza di loro chi avrebbe sporcato il corteo di ieri?

martedì 16 agosto 2011

Due poltrone per Gallo

Strana storia in quel di Cassano allo Jonio. La storia che vede come protagonista il sindaco Gianluca Gallo e la regione. Tutto ha avuto inizio nel 2004 quando Gallo è stato eletto primo cittadino. E fin qui nulla da dire, se non che, nel 2010 è riuscito a farsi nominare anche consigliere regionale. Apriti cielo. In politica (in teoria) un piede in due scarpe non si può avere. Così, si è ricorso al magheggio.
Nella legge regionale n.34 del 29 dicembre 2010, una manina candida ha infilato la norma che sana il conflitto tra cariche e stabilisce che «in deroga a quanto previsto, le cariche di sindaco e assessore dei comuni compresi nel territorio della Regione sono compatibili con la carica di consigliere regionale».
Per fortuna la doppia carica non prevede doppio stipendio. Nello stesso articolo si apprende con piacere che «il consigliere regionale che svolge contestualmente anche l'incarico e di sindaco o assessore comunale, deve optare e percepire solo una indennità di carica».  CONTINUA su Lettera43.it

mercoledì 15 giugno 2011

Fazio, sai che perdita

Fabio Fazio grida giustamente il suo disappunto per le pratiche dilatatorie che la Rai impone ad alcuni suoi dipendenti, nella definizione dei loro contratti. E lo fa molto opportunamente dalla prima di Repubblica, con seguito garantito.
Ora, Fazio con i suoi Che Tempo che Fa e Vieni Via con Me, realizza programmi di gran lunga tra i più interessanti e stimolanti culturalmente della televisione italiana. E questo viene abbastanza naturale da dire, relativamente al materiale umano propinatoci quotidianamente.
Ma se allarghiamo un pò lo sguardo e vogliamo andare anche oltre Fazio, siamo costretti a rispolverare il Divo Giulio:

lunedì 13 giugno 2011

Forza Italia!


Sarebbe stupido fare dei distinguo oggi, il giorno del riscatto, della vittoria di quel 50% di italiani volenterosi che si sono sobbarcati l'onere del voto anche per chi non è andato a votare su invito esplicito. In maniera illegittima, se è vero che è allo studio la possibilità di sporgere querela contro chi ha istigato i cittadini a non andare a votare. Potrebbe insomma, essere stato compiuto un reato. Ma oggi non importa.
Non importa neanche se saliranno sul carro dei vincitori anche quelli che prima hanno snobbato i quesiti referendari, poi ne hanno subito la raccolta delle firme, infine li hanno salutati con favore per poterne rivendicare il successo solo dopo il raggiungimento del quorum. Non si devono fare distinguo quindi tra chi ha votato e chi non ci è andato, tra chi ha votato SI e chi ha votato NO.
Oggi l'Italia e gli italiani si sono risvegliati da un torpore non più sostenibile, per riprendersi in tempo utile tre idee, non tre case con vista Colosseo o tre poltrone da sottosegretario: l'acqua, la giustizia, l'energia.
Oggi la Rete, il passaparola e la partecipazione dal basso sono riusciti laddove la passività trasmessa dalle televisioni ha dovuto segnare il passo, almeno questa volta. 
Perciò non importa assolutamente se del sacrificio di 25 milioni di persone, ne godranno altri 25 milioni che si sono limitati in molti casi a schernire, delegittimare e sconsigliare l'esercizio di un diritto, anzichè affermarne il valore per usufruirne in diverso modo. Putroppo è successo anche questa volta, ma non è bastato a fermare il moto d'orgoglio dell' altra parte. Quella migliore, oggi è proprio il caso di dirlo. 
La cosa preoccupante è che succede troppo spesso che cali il buio sulla Penisola del sole. La cosa importante è che il tramonto non può durare per sempre. E oggi è rispuntato il sole. Forza Italia!

martedì 7 giugno 2011

Santoro guadagna poco

"Due milioni trecentomila euro di liquidazione dalla Rai, per andare a guadagnare di più a La7. 
Bel colpo Santoro." 
[S.Menichini, direttore di Europa]

L'argomento principe usato per dimostrare che Santoro non fa del buon giornalismo è la recriminazione sui suoi guadagni. Il compagno Santoro (detto anche Sant'oro, che genialata!) specula sulle storie degli operai, lucrandoci sopra al momento giusto.
Da destra a sinistra è questo il mantra ricorrente.
E' evidente secondo questi signori che per essere legittimato a parlare di operai licenziati, Santoro dovrebbe prima infilarsi la tuta blu in trasmissione. Un pò come se per parlare di Dell'Utri, uno dovrebbe avere una condanna per mafia alle spalle.

mercoledì 1 giugno 2011

Le TV non servono


1) "Una delle cause per cui il centrodestra ha perso le elezioni e’ stata la serie di trasmissioni tv della Rai come ‘Annozero’, trasmissioni micidiali che hanno dato una visione distorta della realta’ di Milano e delle citta’ in cui si votava”.   
[S.Berlusconi, 01-06-2011]

2) “ci impegneremo in Parlamento affinche’ questo non possa piu’ accadere”. Tra le cause della sconfitta, le televisioni che sono “contro il governo, a parte Mediaset”. [S.Berlusconi, 01-06-2011]

3) "..trasmissioni micidiali come quella di Anno Zero su Milano: sfido chiunque abbia visto quei servizi a votare per la nostra parte’.   
[S.Berlusconi, 01-06-2011]

Riportate per piacere le parole odierne del Premier a chi,  in evidente malafede, da domani continuerà a sostenere che "le tv non servono a creare consenso", oppure che "possedendo le tv Berlusconi ha vinto e perso". Date ad ambo le parti lo stesso consiglio: chiaritevi e si insomma,  parlatevi. Ne avete bisogno.

 

domenica 22 maggio 2011

Unical, indagini per esami truccati

pubblicato da  Lettera43.it
 
Il campus dell'università della Calabria.
La procura della Repubblica di Cosenza ha cominciato il 19 maggio le indagini sulle carriere universitarie di circa 300 studenti dell’Università della Calabria. E il numero dei coinvolti è destinato a crescere. L’inchiesta è nata da un esposto presentato in Procura l’8 Marzo scorso dal rettore dell’ateneo cosentino Giovanni Latorre, contro ignoti funzionari che avrebbero accreditato esami mai sostenuti a studenti del corso di laurea in Filosofia.
IL CASO A LETTERE E FILOSOFIA. La vicenda è partita da ...

sabato 30 aprile 2011

Intervista a Nichi Vendola

Vittorio Zincone intervista Nichi Vendola

"Il blog di Nicola Di Turi" è al Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.
Questo è l'articolo relativo al secondo evento seguito dal blog per il Festival.
Lo trovate anche su http://www.festivaldelgiornalismo.com/post/21558/
 
Comincia con un ricordo di Vittorio Arrigoni l’intervista di Vittorio Zincone a Nichi Vendola, a Perugia in un Teatro Morlacchi stracolmo. Il ricordo dell’attivista italiano ucciso a Gaza “perché si impicciava dei diritti degli altri in terra di confine” rappresenta per Vendola  “tutto il contrario della politica nostrana rivolta unicamente sull’ombelico di se stessa”.

domenica 17 aprile 2011

I “faccia a faccia” televisivi tra i leader: un dovere della politica, un diritto dei cittadini

SkyTg24 al Teatro Morlacchi di Perugia
"Il blog di Nicola Di Turi" è al Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.
Questo è l'articolo relativo al primo evento seguito dal blog per il Festival.

In Italia c’è un problema (tra gli altri) per la Democrazia e gli elettori: alcuni leader politici si rifiutano di render conto alla pubblica opinione del proprio operato. Quando lo fanno cercano di sfuggire al confronto con i loro colleghi e leader di altri partiti.
Questo è stato il tema affrontato nel dibattito organizzato da SkyTg24 al Teatro Morlacchi di Perugia (QUI il video con qualche "bel primo piano"...), venerdi 15 Aprile 2011.

domenica 27 marzo 2011

Silvio Forever, esperimento riuscito?

anche su "MyMovies.it"
Silvio Forever è un film che parla a tutti, infatti scontenta tutti. Lascerà l’amaro in bocca ai detrattori di Berlusconi, che lo considereranno troppo “morbido” e farà imbufalire i supporters, perché porterà alla luce qualche verità nascosta. Il film parla a tutti e quasi di tutto. 
Non di mafia, eccetto in riferimento a fatti e condanne riguardanti lo storico sodale Marcello Dell’Utri. Così facendo, di Vittorio Mangano nella Villa di Arcore non c’è traccia, per esempio. Per il resto non manca nulla. 

martedì 22 marzo 2011

Wikileaks, ovvero l'eterna lotta tra politica e informazione

anche su  il Futurista e su AgoràVox 

«La stampa fu protetta nella Costituzione, affinchè potesse rivelare i segreti del governo ed informare il popolo», scriveva il giudice della Suprema Corte americana Hugo Black, nel 1971. Aveva appena assolto da ogni imputazione il New York Times per aver pubblicato i “Pentagon Papers”, 47 volumi di documenti che raccontavano degli insuccessi, dei morti civili e delle fallite strategie di guerra degli USA in Vietnam nel 1968. Tutto ciò che era stato tenuto nascosto alla popolazione americana, venne alla luce attraverso la pubblicazione di questi documenti; la Giustizia americana ne difese la pubblicazione, in nome del diritto del popolo a conoscere le vicende riguardanti il proprio Governo. Quaranta anni dopo, nel 2011, ...

venerdì 18 marzo 2011

Qui (non è) Radio Londra

Ogni sera, dal Lunedi al Venerdi su Rai 1, dalle ore 20 in poi vanno in onda in serie: il Tg1, il nuovo programma di Giuliano Ferrara intitolato "Qui Radio Londra" e Affari Tuoi.
Ecco gli ascolti Tv di Giovedì 17 Marzo 2011, su Rai1 dalle ore 20 in poi. I dati sono impietosi:  

giovedì 17 marzo 2011

Coraggio

anche su AgoràVox 

 " I talk show li vedo quando vi partecipo, ma non Porta a porta, che è una trasmissione ignobile,  che uccide il confronto. Quindi non ci vado. "

Parole di Nichi Vendola, alle quali evidentemente deve seguire l'azione.
Attenzione però: Vendola non deve disertare Porta a Porta per incapacità a reggere il confronto con Vespa. E neanche per adoperare la presunta parzialità del conduttore, come scusante per sfuggire al controllo della pubblica opinione. E' sempre sbagliato sottrarsi al pubblico confronto come fa Berlusconi, anche e soprattutto con chi è lontano dalle tue opinioni. Solo in Italia può apparire "normale" il rifiuto ripetuto di un politico ad un intervistatore.
Eppure così facendo Vendola può dare un segnale, tracciare un solco tra lui e il resto della politica. 

martedì 15 marzo 2011

Romano Luperini

DOMANDA Nel 1968 Pasolini scriveva: "I contestatori sono tutti borghesi, figli di papà. Io sto con i poliziotti, servili per necessità". Professore, anche i "figli di papà" potevano scendere in piazza a manifestare? 

Romano Luperini: "Dire che nel '68 i contestatori erano tutti "figli di papà" è falso. Il boom delle iscrizioni all'università è avvenuto proprio in quegli anni. Si passò da 200mila a 800mila studenti ed aule e strutture rimasero le stesse di prima. Si aprirono le porte a nuovi studenti, di varia estrazione sociale, finora rimasti esclusi dagli studi universitari. Prima del '68 le Università erano frequentate solo da pochi privilegiati. Furono i "nuovi" studenti a protestare, non i "figli di papà", interessati solo a mantenere i loro privilegi acquisiti per via ereditaria".

D. Sabato scorso, 12 Marzo, il popolo della scuola ha manifestato. La reazione del ministro Gelmini non si è fatta attendere. Si può scendere in piazza a difendere la scuola pubblica, se si mandano i figli alle scuole private? Chi protesta oggi, è incoerente come i sessantottini "figli di papà"?

venerdì 11 marzo 2011

La morale del più furbo

anche su AgoràVox  
 
E’ moralmente giusto accettare una raccomandazione per trovare un lavoro? Certamente non lo è.
Se non l’accetterai, probabilmente assisterai all’assunzuione dell’ultimo “parente di”, molto meno preparato di te, perciò molto più ricattabile di te, perciò assunto al posto tuo.
Se accetterai la raccomandazione, i facenti parte del Club del più Furbo ti diranno: ”Il solito moralista doppiopesista, spietato con i vizi altrui e indulgente con i suoi”. Così fan tutti (anche tu), quindi stai zitto.
E’ moralmente giusto saltare la fila allo sportello, pur vedendo che perfino il cagnolino della signora appena entrata, ti passa avanti? Certamente non lo è.

mercoledì 16 febbraio 2011

Luca e Paolo, il peggio di Sanremo



Sempre sia difesa la satira. Che la facciano Vauro, Striscia la Notizia o Luca e Paolo.
Ma questo è solo uno spottone nazional-popolare su Rai1, in prima serata,  che pasticcia tutto e mette sullo stesso piano Montecarlo e prostitute, sputtanamenti (falsi) con inchieste serie e meticolose (verissime, anche se da provare).
Hanno pure infamato la Boccassini, dipinta come una vendicatrice su commissione (basta portarle qualche filmino e lei parte..). Una cittadina qualsiasi, che fa soltanto il suo lavoro di magistrato, ma ha avuto la sfortuna di trovarsi per le mani un processo del Presidente del Consiglio. Perciò viene continuamente esposta al pubblico ludibrio televisivo, messa sullo stesso piano del suo imputato eccellente, ma con un potere (mediatico e politico) infinitamente minore. Una cittadina contro un impero. Anche a Sanremo.
Questa è satira addomesticata e opportunamente pasticciata per andare in prima serata, su Rai1, nel programma più nazional-popolare (quindi politico..) della tv: Sanremo.
Rispetto per tutti i tipi di satira, sempre e comunque: ma ci sarà un motivo se su quel palco ci vanno Luca e Paolo, mentre Daniele Luttazzi deve starsene seduto a casa a guardarli in poltrona?

P.S: dal profilo Facebook di un certo Umberto Eco: “Ho dato un'occhiata a Sanremo. Sembrava regnare un pò di confusione e molto imbarazzo. Imbarazzo di tutto. Ovvero: come cantare quando c'è ben poco da cantare e come dire qualcosa su Berlusconi senza finire sospesi dai suoi editti.”

martedì 15 febbraio 2011

‘Ndrangheta, la Metastasi del Nord

recensione per Chiarelettere Editore


“Metastasi” di Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli (Chiarelettere, 2010, Euro 14.6) è soprattutto un racconto dettagliato del potere della ‘Ndrangheta. Non a Reggio, Cosenza o Gioia Tauro, ma a Milano e province limitrofe. Infatti, se è vero che le ‘ndrine nascono in Calabria, nel libro troviamo anche racconti di questo tipo: “..legammo un ragioniere di Valmadrera (Lecco..) al ponte sul Lago a testa in giù, con una corda ai piedi, calandolo su e giù nell’acqua finchè non ce la fece più. Doveva cedere dei palazzi di sua proprietà e l’ordine era di spaventarlo. Poverino, l’abbiamo lasciato in mutande.”

lunedì 14 febbraio 2011

La relativa importanza del privato

anche su Malitalia

“E’ il governo che può svuotare le nostre tasche, sbatterci in galera, far passare un’autostrada nel nostro cortile o mandarci in guerra” scriveva Bill Moyers, un documentarista americano, nel 2004.
Eppure la tendenza a considerare i gusti dell’opinione pubblica sempre più rivolti verso lo spettacolo e sempre meno verso le argomentazioni più eminentemente politico-sociali, è soprattutto un pensiero della stampa stessa. Il pubblico vuole più spettacolo, meteo, info sul traffico e molta meno informazione su pensioni, tasse, lavoro, ambiente, temi impegnativi da seguire in maniera partecipativa e non passiva. Quindi, se i giornali vogliono guadagnare ed essere popolari devono assecondare i gusti del pubblico.
Così, quando nel 1998 si venne a sapere della relazione segreta tra Bill Clinton e la sua stagista Monica Lewinsky, ...

venerdì 11 febbraio 2011

Berlusconi, l’F.B.I e Martin Luther King


Quando Martin Luther King lottava in America per affermare i diritti dei cittadini di colore, Silvio Berlusconi aveva venticinque anni e costruiva palazzi a Milano per quartieri da mille abitanti. I due certamente non si conoscevano, ma già allora c’era qualcosa che li univa: la passione per le donne. Senza alcuna differenza tra prostitute o consenzienti, per entrambi tutto era lecito.

mercoledì 5 gennaio 2011

Accendi la tv, spegni il cervello


Tutto ha inizio con un annuncio sui quotidiani per reclutare 80 concorrenti e farli partecipare ad un non meglio precisato quiz televisivo. Rispondono in 13000, ne vengono selezionati 2500 dalla produzione.
Tra questi , solo 80 fortunati partecipano al colloquio con gli organizzatori in veste di concorrenti.
Al colloquio si presentano uno alla volta e la produzione spiega loro le regole del gioco, la vincita possibile.
Nell’ufficio degli organizzatori sono seduti sempre in tre: il produttore che spiega lo svolgimento del gioco, uno degli 80 concorrenti e un altro finto concorrente d’accordo con la produzione.
I veri concorrenti non sanno che lui è d’accordo con gli organizzatori, non sanno che non parteciperà attivamente al gioco. E che a loro insaputa, si alzerà dalla sedia elettrica allestita nello studio, mentre loro parteciperanno al gioco, gli faranno le domande, e lo puniranno quando sbaglierà.