sabato 7 giugno 2008

Il nuovo clima politico


Ci risiamo. Ancora una volta Berlusconi sale al potere e non resiste alla vecchia tentazione di utilizzare il suo ruolo per risolvere problematiche personali.
Ancora una volta il leader del PDL attacca alla sua maniera la giustizia e, in questo caso l'utilizzo delle intercettazioni. Era nell'aria da tempo; se Berlusconi fosse riuscito a riconquistare Palazzo Chigi una delle prime riforme avrebbe riguardato le intercettazioni telefoniche usate nelle indagini.
E' vero, l'Italia è il primo paese in Europa alla voce spese per intercettazioni telefoniche.
E' altresì vero che senza l'uso di questo fondamentale strumento investigativo ancora oggi non sapremmo nulla di scandali quali Calciopoli, Vallettopoli e Bancopoli.
Quindi, ci si potrebbe chiedere: perchè viene messo sotto accusa uno strumento così utile e vantaggioso al fine di portare a termine indagini di tale entità? Ebbene, un problema c'è ed è evidente; riguarda la pubblicazione indiscriminata su giornali e periodici che avviene sistematicamente dopo l'ormai solita "fuga di notizie" e che coinvolge spesso vicende personali e di carattere privato dei diretti interessati. Questo aspetto andrebbe sicuramente regolamentato.
Ciò non toglie allo strumento il suo immenso valore.
Mettere al bando l'uso delle intercettazioni telefoniche tranne in caso di indagini attinenti reati di associazione mafiosa e terrorismo è dannoso e aggiunge un' ulteriore macchia alla farraginosa macchina della giustizia italiana. Inoltre, la proposta di introdurre pene di cinque anni di reclusione (5!!) per gli esecutori (magistrati) e per i propagatori (editori e giornalisti) rimanda a decisioni di stampo assolutista e prive di utilità per le istituzioni.
Tutto ciò fa sorgere un dubbio: che stia per scoppiare un nuovo "caso" scottante?
Ma tornando agli ultimi anni, se si è giunti ad una conclusone per le indagini sopracitate lo si deve soprattutto alle intercettazioni che hanno messo in luce aspetti inquietanti e altrimenti indecifrabili.
Così dicevo, Berlusconi cede ancora una volta alla tentazione di assecondare il suo odio verso la magistratura più volte manifestatosi negli anni sotto varie forme.
Altro che pacchetto-sicurezza e sostegno ai magistrati che svolgono il proprio lavoro!!
Qui si tenta ogni giorno e con ogni mezzo di impedire ai magistrati e ai pubblici ministeri di portare a termine il loro lavoro.
Le decisioni e le metodiche usate da Berlusconi nulla hanno a che fare con una "legislatura costituente" o con un "nuovo clima politico".
Piuttosto, ci troviamo di fronte alla poco pubblicizzata "dittatura dolce" basata su dichiarazioni d'intenti costruttive e ai limiti della credibilità ma anche, e soprattutto, su decisioni prese in continuità con i precedenti governi Berlusconi e tese soltanto a proteggere la posizione dominante del Cavaliere.
Non vedo nient'altro dietro alle dichiarazioni odierne del Presidente del Consiglio se non la manifestazione di un odio viscerale verso la magistratura (dettato esclusivamente da vicende personali) e la volontà di nascondere sempre più all'opinione pubblica (già cieca di per se...) le decisioni importanti prese dal Governo in piena autonomia rispetto ad ogni altro organo istituzionale.
Le speranze sono ora rivolte soltanto al Capo dello Stato e al suo alto senso di costituzionalità.
Il potere decisionale dettato dall'ampio consenso elettorale ottenuto dalla maggioranza nelle elezioni di Aprile non farà altro che aggravare la situazione visto che l'opposizione non potrà mai avere speranze di contrastare efficacemente l'azione di Governo nelle aule parlamentari.