sabato 30 aprile 2011

Intervista a Nichi Vendola

Vittorio Zincone intervista Nichi Vendola

"Il blog di Nicola Di Turi" è al Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.
Questo è l'articolo relativo al secondo evento seguito dal blog per il Festival.
Lo trovate anche su http://www.festivaldelgiornalismo.com/post/21558/
 
Comincia con un ricordo di Vittorio Arrigoni l’intervista di Vittorio Zincone a Nichi Vendola, a Perugia in un Teatro Morlacchi stracolmo. Il ricordo dell’attivista italiano ucciso a Gaza “perché si impicciava dei diritti degli altri in terra di confine” rappresenta per Vendola  “tutto il contrario della politica nostrana rivolta unicamente sull’ombelico di se stessa”.

L’ autoreferenzialità della politica ha scatenato il “culto dell’integralismo, dell’ideologismo, del perseguimento di quella Verità con la V maiuscola che nega ogni verità altra”. E “in Italia –afferma Vendola- l’egemonia culturale imposta dal berlusconismo, va combattuta non attraverso la denigrazione e l’elevamento al caricaturale della sua figura, ma proponendo un modello culturalmente diverso”. Insomma, secondo il Governatore pugliese non sarà una campagna elettorale a risolvere “il nodo di un modello culturale che vede i genitori del caso Ruby, spingere le figlie a resistere alle “fatiche” delle giovani”.
Cosa può fare quindi la sinistra per risollevarsi? Può iniziare invitando a votare si ai referendum del 12 Giugno, che sarebbero una risposta politica su temi come la difesa dell’acqua pubblica, contro il legittimo impedimento e contro il nucleare.
Si passa quindi ai temi del lavoro. La futura coalizione della sinistra “dovrà combattere la flessibilità precocemente trasformatasi in precariato, che mette le future generazioni sotto il ricatto dei datori di lavoro privandole della necessaria libertà”. A questo punto Vendola attacca l’atteggiamento della stampa nei suoi confronti, “favorevole fin quando non ha criticato Marchionne”. Il quale ha sempre concepito il lavoro come “un incrocio malato liberal-cristiano, favorevole alla assoluta libertà d’impresa eppure così avverso al rispetto dei diritti della persona”.
Così Vendola si chiede retoricamente:” La modernità può essere rappresentata dalla produzione di SUV e non dallo sviluppo sostenibile di automibili tecnologicamente avanzate e dallo sviluppo dei trasporti pubblici?”. Il pubblico non può che approvare le parole del leader di SEL, assecondando la crescente empatia in sala.
Quindi le proposte pratiche. Vendola propone ancora una volta il “reddito minimo garantito europeo”, “l’inversione delle aliquote tra dipendenti e speculatori finanziari”,  “il rifiuto del lavoro come merce priva del suo portato sociale”, passando per “l’abolizione della legge 30 Biagi-Treu” e “l’incoraggiamento di forme di lavoro alternative e riferibili alle energie rinnovabili, al recupero dei territori in dissesto idrogeologico”.
“La Destra-prosegue Vendola- ha ben rappresentato la paura caricandola su ogni problema sociale come il lavoro, l’immigrazione mentre la sinistra non ha mai rappresentato la speranza per gli italiani”.
Zincone alla fine gli chiede conto di Alberto Tedesco, l’assessore “dimessosi tre ore dopo che l’ANSA batteva la notizia dell’apertura delle indagini sul suo conto”. Il Governatore si “scusa col pubblico per la scelta compiuta nel 2005, avendo dato fiducia ad un politico poi rivelatosi inaffidabile”.
La chiusura dell’intervista con una battuta sul vicepresidente del CNR De Mattei, secondo cui l’Impero Romano cadde sotto i colpi delle infiltrazioni degli omosessuali: “Per far cadere il Governo, non siete d’accordo sul fatto che basterebbe infiltrare un po’ di omosessuali a Palazzo Chigi?”. E il pubblico saluta il Governatore con applausi scroscianti e di approvazione.

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