giovedì 18 ottobre 2012

Facciamo davvero Piazzapulita



Giovedì sera, Piazzapulita, La7, e il dibattito che non ti aspetti. Mentre sulla rete già scorrono gli spot che annunciano l’imminente sbarco di Servizio Pubblico sulla rete Telecom, il penultimo appuntamento del talk di Formigli morde il freno, probabilmente per lanciargli la volata. Come? Aprendo al grande pubblico, e abbandonando ... 



una certa tendenza all’approfondimento di temi poco sondati da altri, che perciò avevano rappresentato la cifra di novità del programma di Formigli.
Gli ospiti preannunciati (il ministro Barca, l’ex ministro Tremonti, Oscar Giannino e Stefano Fassina) lasciavano presagire ad un dibattito tutto spread e pil, sullo sfondo del governo tecnico. Al contrario, la serata è trascorsa amabilmente tra una discussione sulla portata politica di una nuotata in riva allo stretto, e la latente sensazione di impotenza di fronte alla carenza di qualità della nostra classe dirigente. Un giovedì come se ne sono già visti, e forse se ne vedranno.
Così, se qualcuno si aspettava un acerrimo scontro Fassina-Giannino a colpi di “più Stato, meno mercato” e viceversa, ha ricevuto in cambio una telecronaca minuto per minuto dell’ennesimo show di Beppe Grillo. Perché, invece, non impostare la trasmissione sulle differenti culture economiche di cui si fanno portavoce l’esponente PD, e il giornalista economico?
Giannino, liberale convinto, e Fassina, acerrimo nemico del liberismo, sarebbero stati certamente in grado di farlo. Raccontare invece, per l’ennesima volta l’ascesa dell’ex comico genovese, non rappresenta più una novità. Al contrario, essendo ormai notorio il seguito popolare di Grillo, è lecito coltivare il sospetto che il motivo di tanta attenzione risieda piuttosto nella speranza di intercettare una fetta di pubblico “nuova”, che possa rimanere interessata alla trasmissione come non lo era mai stata in precedenza.
Più che scorrere, la puntata si trascinava, tanto è vero che ad un certo punto un’inquadratura impietosa ha inchiodato, per non pochi secondi, il Ministro Barca chino su se stesso, gomiti sulle ginocchia, mani sui capelli, e sguardo basso sul pavimento. Barca, peraltro, è stato l’ospite più vispo, all’interno di una puntata imbolsita, con pochi sprazzi davvero interessanti.
Uno di questi, come spesso accade, è arrivato a tarda ora, quando dopo la mezzanotte Luca Rosini ci ha portati dentro gli scavi di Pompei, fornendoci un assist perfetto per andare anche oltre i pregiudizi più negativi che si potessero nutrire sullo stato di conservazione dell’antica città romana.
L’inviato è riuscito a dimostrare come, senza il benché minimo timore di poter rimanere vittima di un controllo, qualsiasi turista di passaggio avrebbe potuto appropriarsi e portarsi a casa agevolmente un cadeau da Pompei, che fosse un pezzo di muro, o un frammento di colonna dorica.
Verrebbe così da chiedersi perché il servizio su Pompei sia stato relegato in fondo all’ormai solita, e già ampiamente discussa, portata innovativa del movimento di Grillo. D’altronde, già qualche puntata fa successe che il conduttore Formigli fosse costretto ad annunciare in diretta il taglio di un servizio dell’inviato Alessandro Sortino, per questioni legate all’eccesso di durata della trasmissione, dilungatasi oltre il consentito.
Non sarebbe preferibile provare a sondare temi nuovi, per una trasmissione che comunque, ha già dimostrato in passato di essere all’altezza del compito? Basta svecchiare i conduttori, per sostituirli con facce meno conosciute, o la tv ha bisogno anche di storie nuove e linguaggi rinnovati?

Nessun commento:

Posta un commento

Eccoci qui, ora sentiamo cosa hai da dire.
Hai qualche segnalazione o riflessione esterna all'argomento dell'articolo? No problem, libertà e rispetto. Non pubblico però offese (se non divertenti o estreme), insulti e minacce (che mi riservo di segnalare all'autorità giudiziaria). Ah, i commenti sono da me moderati.
Insomma cerca di fare del tuo peggio, mi raccomando.