domenica 24 ottobre 2010

E poi gliel’ho attorcigliata al collo

PUBBLICATO su AgoràVox


 Il sito del Tg1 pubblica gli audio integrali degli interrogatori sull’omicidio Scazzi. Altrettanto fa il Secolo XIX.
Dentro, c'è la confessione dello zio di Sarah Scazzi, che ammette di averla strangolata tenendola stretta con una corda.

Ma ciò che stupisce è il garantismo a doppia velocità del Tg1. E' evidente che siamo stati sempre di fronte ad una bibbia illustrata del giornalismo del XXI secolo. Ma anche ad un bignamino del diritto applicato alla convenienza politica. Per il quale è chiaro che bisogna essere garantisti con Berlusconi e giustizialisti con Fini. Garantisti con Dell’Utri, per il quale si aspetta ormai soltanto la bolla papale per sancirne la mafiosità, giustizialisti col figlio di Di Pietro. Garantisti con Verdini, giustizialisti con la D’Addario. Garantisti con gli assassini italiani, giustizialisti con i romeni. Garantisti con la Franzoni, giustizialisti con Michele Misseri da Avetrana. Insomma in quella gloriosa (?) redazione pensano sia giusto pubblicare gli audio degli interrogatori di quel truce omicidio. Soprattutto mandarli in onda nelle case della gente alle 20, tra un piatto di pasta e un'insalata. Legittima scelta, soprattutto da parte di chi speculò sul terremoto vantando strabilianti dati d'ascolto. L'esperienza dovrà pur insegnare qualcosa. Non può non stupire però, il deciso cambio di rotta della direzione. 
Un tempo questi audio di interrogatori segreti sarebbero finiti altrove, magari su Repubblica. Il direttore avrebbe potuto prendersela con chi li avrebbe pubblicati e sicuramente non ne avrebbe dato conto, in nome del solito sciacallaggio della stampa, delle aggressioni mediatiche, dei processi in tv. Avrebbe potuto, eppure non l'ha fatto. Ha invece scovato gli audio degli interrogatori, li ha subito pubblicati sul sito del tg, ne darà conto con prevedibile risalto nel tg serale. Quasi come un vero giornalista. Tu quoque, Minzo.   

1 commento:

  1. con che parole la gente si ferma ad ascoltare il tg? parlo dell'italiano medio, di quello che accende il tg1 o il tg5 mentre sta parlando di tutt'altro. Quando cominciano i servizi sugli omicidi o sulla cronaca nera c'è l'ascolto della notizia. Quando c'è il lutto, il fatto immodificabile, quando ormai non c'è nulla da fare, solo rassegnarsi alla morte, curiosare in modo morboso nella vita delle persone... allora c'è l'ascolto.
    Ma quando si parla di politica chi ascolta? chi si ferma a sentire che legge è stata approvata o discussa alla camera e al senato? chi riesce più ad ascoltare un dibattito senza dover prendere un'aspirina? La colpa è anche un po' della coscienza civile di una parte degli italiani, che sente la politica come distante, che venderebbe il suo voto per pochi euro.
    Bisogna ripartire dal basso e insegnare il valore della propria decisione. Quella croce sulla scheda elettorale vale il futuro. Se si cominciasse a pensarla così tutto andrebbe meglio, forse.

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