domenica 21 giugno 2009

Il Re è nudo

-------- PUBBLICATO SU www.agoravox.it --------



Il regime arcoriano sembra volgere al termine. Ci sono i presupposti per non assistere alla conclusione di un nuovo Ventennio, forse dovremo accontentarci solo di questi tre lustri. Potrebbe cadere, travolto dalle stesse insegne che andava pubblicizzando lungo tutta l’Italia.
Il fregio di tante battaglie è diventato sfregio. Le medaglie e la gloria mutate in pubbliche umiliazioni e insopportabile disonore. L’orgoglio e il vanto,repentinamente trasformatisi in vergogna e terrore di essere smascherati.
Seppur in regime di par-condicio il black-out di tutti i TG nazionali (ad esclusione del TG3) sulla vicenda, la dice lunga sulla gravità della stessa.
Un Premier forse già ricattato (se così, onore alle mutande per non aver ceduto), ma tuttora ricattabile dalle sue conoscenze che definire border-line sembra un eufemismo.


Un Premier vittima delle sue sbandierate pulsioni, in mano a cosiddette ragazze-immagine pronte a sfogare a mezzo stampa il loro rammarico per la mancata remunerazione delle prestazioni offerte.
Per giunta, anche i corifei del Padrone d’Italia sembrano battere la ritirata. Uno dopo l’altro rimangono basiti a fronte di una dovizia di particolari da far invidia al Clinton dei bei tempi andati.
I pompieri autorizzati del Capo, soliti cercare presunti scheletri nell’armadio di chi osa alzare la testa, sembrano quasi provati dalle continue sollecitazioni a cui li sottopone la movimentata vita del Padrone, intenti come sono a coprire d’infamia ogni nemico o presunto tale, all’occorrenza.
Restano a difendere la Corte solo il valoroso Feltri (è di questi giorni un editoriale da far impallidire perfino Bonaiuti), che si affretta a liquidare come impotente, l’uomo che ha glorificato da stipendiato (al Giornale) e non (Libero) come il più grande tombeur de femmes del Terzo Millennio.
Ad accompagnarlo, l’elegante Carlo Rossella per cui non si trovano altri aggettivi utili a definirlo.
Il buon uomo liquida le cene a Villa Certosa e a Palazzo Grazioli come giocondi incontri tra amiconi un po’ attempati, con termine tassativo fissato alla mezzanotte.
Non correrò il rischio di dimenticare il soldato-Fede, che dallo scranno dell’autorevole TG4 intima alla stampa di mezzo mondo di seguire la sua condivisibile decisione di non parlare più della faccenda.
Insomma ciò che succede dentro la residenza del Presidente del Consiglio (il riferimento è a Palazzo Grazioli in Roma, per chi facesse confusione con la privata Villa Certosa in Sardegna), pagata con i soldi dei cittadini e recante una enorme bandiera italiana fuori dal balcone, non deve interessare.
Come non dovrebbe interessare la goffaggine di un avvocato che definisce il suo cliente impunibile perché “utilizzatore finale” e non intermediario di ragazze a pagamento.
E non dovrebbe interessare neanche che l’avvocato di cui sopra riveste la doppia funzione di deputato-legale del Presidente del Consiglio, per colui il quale scrive le leggi in Parlamento e se ne difende in Tribunale casomai gli si dovessero ritorcere contro.
Queste cose in un Paese civile non dovrebbero interessare, perché non dovrebbero esistere.
Forse è giunta l’ora di liberarsi dal torpore instaurato prima di tutto attraverso un’egemonia culturale e poi attraverso lo svuotamento dall’interno delle leggi che regolano le istituzioni.
Il popolo è sovrano, il suo voto lo è di più. Ma tutti devono essere messi a conoscenza dell’operato del loro Premier, farsene un’opinione ed esprimere una preferenza.
Tutti devono essere nelle stesse condizioni e l’informazione è criminale se omette, cestina e devia l’attenzione, di ciò che privato non è se si parla dell’uomo che si è liberamente assunto l’onere di rappresentare pubblicamente la collettività.
Non esiste l’equidistanza da fatti privati e opinioni politiche, deve esistere l’equi-ferocia verso l’acquisizione della realtà, verso destra e sinistra, nord e sud.
Solo così si mettono al bando le negatività, che sviscerate di volta in volta, costringono il potere al rispetto delle istituzioni che governa e che hanno la precedenza su chi ci mette piede pro-tempore.
L’orologio sembra segnare l’ora X, il tempo è scaduto, sembrano esserci tutti i presupposti per il cambio della guardia anche a destra dove, se ci fosse per davvero un partito liberale e non uno dedito al libertinaggio, ne gioverebbe l’intero sistema.
Se vogliamo anche a sinistra dove, superata l’anomalia italiana del Sovrano ormai destituito, si potrebbe reinventare un partito che a molti è sembrato finora la copia mal riuscita, il cugino sfortunello di un’unica, grande famiglia senza distinzioni di sorta.

P.S: trasferiamoci tutti in Iran. Ripeto. Trasferiamoci tutti in Iran.

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4 commenti:

  1. Buono l’articolo.
    In un "paese normale" alla presidenza del consiglio Silvio Berlusconi non ci sarebbe mai arrivato, quindi, il nostro non è un paese normale. Fatti certi e dubbi inquietanti sull’attuale presidente del consiglio dovevano bastare per evitare la sua candidatura. La trascrizione delle conversazioni con la Daddario, tra le cose già note è la meno rilevante seppur notevole dato il ruolo della persona pubblica che è Silvio Berlusconi. Gli italiani, almeno la maggioranza diversamente non avremmo una tale situazione politica, hanno bisogno di un capo e sognano di essere dei fututri capi, per cui permettono al capo di turno qualsiasi cosa nell’attesa del cambio e nella speranza di poter fare quello che altri hanno già fatto cioè "quello che c...o gli pare senza che nessuno possa dire niente".
    Poi quando l’attesa si fa troppo lunga iniziano a lamentarsi del capo, ma questo non è sintomo di un cambiamento di atteggiamento sociale e politico, è solo il bisogno di cambiare il capo con un altro.

    Italianiii... chissà dove saranno andati!

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  2. Se davvero ci vorranno le intercettazioni di una escort per mettere fine al berlusconismo (non saprei come chiamare la strana forma di governo vigente in Italia) i problemi sono appena cominciati.
    Pensi alla sinistra più incompetente e pagata d’Europa quando non avrà più nulla da fare se non sfottere mollemente chi è al comando.
    Dovrà difendere gli interessi dei lavoratori, che il Signore ce ne scampi...

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  3. "Il regime arcoriano sembra volgere al termine."

    SI, magari fosse vero...!
    Purtroppo gli italiani hanno dimostrato di essere davvero disposti a ignorare tutto, anche l’evidenza; per rimborsi illeciti di poche centinaia di euro la popolazione inglese si è sollevata contro i parlamentari, da noi il capo del governo mente, ruba, sforna leggi ad personam, assume il controllo dei media, organizza festini a spese dei contribuenti e alla popolazione non sembra dispiacere….

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  4. Caro Enrico, ciò che dici ha la sua fondatezza. Sembra che gli italiani (giovani e meno giovani) producano degli anticorpi sempre più resistenti e comunque sempre rapportati al marciume che si trovano davanti.
    Ma ecco il punto. Cosa si trovano davanti gli oltre 15 milioni di telespettatori che si formano un opinione politica davanti a 3 canali tv di proprietà del Presidente del Consiglio e 2 canali della Rai controllati dal Governo (quindi dal Presidente del Consiglio)?
    Tu citi l’Inghilterra. Io potrei citare l’America e il watergate (Tutti gli uomini del Presidente, mio film preferito).
    Non ti sfuggirà però che lì le tv (e i giornali, altro caso patologico molto italiano) fanno il loro mestiere, o meglio possono farlo. Sono i controllori della politica.
    Qui da noi la politica controlla i media, per giunta già posseduti dall’uomo che ha il dono dell’ubicuità: con una longa manus nomina i direttori Rai da Presidente del Consiglio, con l’altra "indica" i direttori di sua proprietà (Mediaset, per non parlare dei giornali).
    Ora ti chiedo: se i controllori inglesi (giornali e tv, per non confondersi) fossero comandati dai controllati (politica), pensi ci sarebbe mai stata la sollevazione popolare di cui parli?

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