domenica 22 maggio 2011

Unical, indagini per esami truccati

pubblicato da  Lettera43.it
 
Il campus dell'università della Calabria.
La procura della Repubblica di Cosenza ha cominciato il 19 maggio le indagini sulle carriere universitarie di circa 300 studenti dell’Università della Calabria. E il numero dei coinvolti è destinato a crescere. L’inchiesta è nata da un esposto presentato in Procura l’8 Marzo scorso dal rettore dell’ateneo cosentino Giovanni Latorre, contro ignoti funzionari che avrebbero accreditato esami mai sostenuti a studenti del corso di laurea in Filosofia.
IL CASO A LETTERE E FILOSOFIA. La vicenda è partita da ...
un'anomalia riscontrata dall’area didattica della facoltà di Lettere e Filosofia, che stava controllando la carriera universitaria di una studentessa prossima alla laurea. Nel convalidare un esame certificato solo da uno statino universitario, i funzionari si sono accorti che la prova non risulta registrata né sul database digitale dell’Unical, né sul registro personale del professore titolare dell’insegnamento, Roberto Bondì. Il quale, sollecitato dagli uffici dell’area didattica, non ha riconosciuto come propria neanche la firma apposta in calce allo statino in questione. Bondì ha segnalato l'irregolarità al preside di Facoltà Raffaele Perrelli, il quale allarmato si è rivolto al rettore Latorre. Quest’ultimo l’8 marzo ha presentato una denuncia contro ignoti alla Procura di Cosenza.
CONTROLLI SU 5 MILA STATINI. Il rettore Latorre e il preside Perrelli, nel corso di una conferenza stampa, hanno ribadito la volontà di mantenere top-secret i dettagli dell’inchiesta. Intanto il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto di visionare altri 5 mila statini della facoltà di Lettere e Filosofia relativi al periodo 2007-2011.
Il pubblico ministero Tridico, nei prossimi giorni, sentirà la studentessa, ma non solo lei. «Stiamo valutando la posizione di alcuni studenti e impiegati dell’università addetti alla registrazione degli esami», ha spiegato il procuratore Granieri, «ma al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati». Tranne la ragazza coinvolta che è indagata ufficialmente per falso. La quale pertanto dovrà rivedere i suoi piani, perché non potrà laurearsi fin quando la vicenda che la riguarda non verrà chiarita definitivamente.
IL DANNO D'IMMAGINE. «Da parte nostra», ha assicurato il rettore, «c'è la piena disponibilità a fornire il supporto e la collaborazione necessari affinchè la magistratura faccia piena luce su questa vicenda che indubbiamente danneggia l'immagine del nostro ateneo. Per questo siamo decisi a costituirci parte civile nell'eventuale processo che dovesse scaturire dall'inchiesta appena avviata. Non guarderemo in faccia nessuno e perseguiremo con determinazione ogni responsabilità che dovesse affiorare dall'indagine per tutelare gl'interessi dell'università».

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